Quando si vuole parlare di storia del make-up non si può prescindere dal parlare delle motivazioni per cui ci si trucca.
Le prime prove certe di questa pratica nella storia antica derivano dalle scoperte archeologiche in Egitto, datate almeno a 3'500 anni prima di Cristo. Ci sono, tuttavia, alcuni siti archeologici in Sudafrica che sembrano dimostrare che forme di decorazione del corpo venissero usate già 50'000 anni fa.
Cosa, tuttavia, spinge l'essere umano a truccarsi?
Se si osserva il mondo animale, si può constatare che i metodi per attrarre un partner coinvolgono segnali che richiamano anche il senso della vista. Un esempio eclatante è il pavone maschio che mostra la sua splendida coda a ventaglio per attrarre la femmina quando è pronto ad accoppiarsi.
Chissà cosa farebbe un pavone se potesse andare da Sephora a comprarsi ombretti che ravvivino i suoi già fantastici colori. Considerato culturalmente un simbolo di vanità (tanto che esiste il verbo "pavoneggiarsi") potremmo prenderci la libertà di immaginarlo in un lavoro certosino davanti allo specchio per testare i cosmetici migliori per il suo piumaggio.
Anche l'essere umano è dotato di caratteristiche volte ad attrarre partner ma si tratta di elementi più sottili e che vengono influenzati dall'esistenza di una cultura.
Il make-up nasce per enfatizzare queste attrattive e per prolungarne l'efficacia.
Basti pensare a quali sono le basi del make-up in praticamente ogni epoca e cultura.
Ci sono elementi comuni nella storia umana su quali parti del volto si vogliano mettere in evidenza, esaltare e migliorare: uniformare l'incarnato, dare contrasto agli occhi, rendere le guance più rosee e le labbra più rosse, a prescindere che si guardi l'antico Egitto, il grafico trucco delle geishe o una donna di oggi.
Perché proprio questi elementi, quindi?
Durante il corteggiamento, il corpo umano fornisce risposte involontarie: la dilatazione della pupilla che fa sembrare gli occhi più grandi e l'arrossamento del volto e delle labbra per la dilatazione dei capillari sanguigni. Questi sono elementi che comunicano una risposta positiva verso il o la potenziale partner.
Elementi come una pelle uniforme e luminosa, labbra turgide e occhi più grandi sono tipici, invece, della giovinezza, ovvero dell'età fertile.
Va, inoltre, aggiunto che, nella donna, la vascolarizzazione cutanea migliora proprio durante il periodo ovulatorio, ovvero nei giorni di maggiore fertilità, rendendo più visibili e rapide le reazioni positive a un partner che viene considerato attraente.
L'eccitazione sessuale enfatizza ulteriormente queste caratteristiche del volto grazie all'aumento della frequenza cardiaca che provoca un più alto apporto di sangue ai capillari cutanei.
Il make-up, quindi, nelle sue origini più lontane ha lo scopo di migliorare i segnali utili ad attirare un compagno o una compagna e di rendere l'individuo attraente più a lungo, mascherando i segni dell'età e prolungando l'apparenza di un aspetto giovane, sano e fertile.
Si parla, tuttavia, dell'essere umano, animale che non si ferma al semplice utilitarismo ma ha anche creato la moda e l'arte, spesso imitando la natura che lo circonda.
Nel secondo capitolo, quindi, si comincerà a parlare di vero e proprio make-up, in particolare di uno stile che, pur nato ormai più di 5'000 anni fa, è iconico ancora oggi: quello degli antichi egizi.