Weapon Of Choice è un progetto il cui scopo è sensibilizzare all'importanza dell'abuso verbale.
Si tratta di una serie di fotografie in cui dei make-up artist, a titolo gratuito, hanno "impresso" parole significative sulla pelle di alcune persone, in particolare di bambini, a simboleggiare quelle ferite invisibili che le parole possono lasciare in ciascuno.
Il sito del progetto è www.hurtwords.com, sito in cui è presente una galleria e in cui viene spiegato approfonditamente questo progetto e i suoi scopi.
La preponderante presenza di bambini è forse ovvia ma significativa: è durante la crescita che impariamo il significato delle parole ed è quando ancora si è piccoli che queste sono in grado di fare più male, prima che si siano costruite le proprie difese.
Spesso l'uso di termini offensivi rientra negli atti di bullismo ma non è sempre così, a volte le parole si usano inavvertitamente con troppa leggerezza, non pensando a come possano essere percepite e interpretate da chi ci ascolta.
E non c'è detto più vero di "la penna ferisce più della spada", in questo caso è la lingua.
Per quanto le ferite fisiche possano lasciare cicatrici, sono le ferite psicologiche quelle che più portano conseguenze a lungo termine.
Con questo progetto si vuole accrescere la consapevolezza del peso che poche sillabe possono avere su una persona.
Un esempio di leggerezza?
I bambini modelli che si sono prestati a questa campagna hanno, per la maggior parte, affermato che la parola, tra quelle citate, che davvero trovano offensiva e quasi indicibile è "stupido". Chi l'avrebbe detto?
Nell'elenco di insulti scelti sembrerebbe uno dei più innocui ma alle orecchie di un bambino appare molto grave e lo colpisce nel profondo.
Secondo indagini fatte per questo progetto, inoltre, si è trovato un legame stretto tra abuso fisico e abuso verbale. Raramente un abuso fisico non è accompagnato da un abuso verbale: l'abuso verbale è solo una delle armi a disposizione di chi vuole ferire, da qui il nome del progetto.
Per le donne si è osservato che la maggior parte delle parole offensive usate è a sfondo sessuale.
Trovo che sia un progetto molto interessante, per l'argomento e anche per la scelta dello stile visuale utilizzato. Le parole impresse su questi modelli hanno in tutto l'aspetto di ferite, ustioni e abrasioni. Forse se le parole lasciassero davvero segni così evidenti, impareremmo a usarle meglio e con più cautela.
Il progetto ha anche una pagina facebook: facebook.com/weaponofchoiceproject che incoraggio a condividere.