24 novembre 2014

TAG: Se Il Make-Up Fosse...

I post TAG mi divertono molto e ormai ce ne sono tantissimi in giro, su una grandissima varietà di argomenti. Provare a pensarne uno originale è praticamente impossibile.
A me, però, piace mescolare le materie di cui si parla e non guardare solo liste di cosmetici. Provo, quindi, a non parlare solo di cosmesi ma a vedere la cosmesi come una "creatura" differente.
Con il TAG "Se il make-up fosse..." voglio andare a toccare anche altro: musica, cinema, TV, letteratura...
Che ne dite: può funzionare? Vediamo!




Il TAG si realizza così, rispondendo a queste domande:

- Se il make-up fosse un film, per te quale film sarebbe?
- Se il make-up fosse una canzone, per te quale canzone sarebbe?
- Se il make-up fosse un libro, per te quale libro sarebbe?
- Se il make-up fosse una serie TV, per te quale serie TV sarebbe?
- Se il make-up fosse un gioco (da tavolo, di carte, per PC, per smartphone, etc.), per te quale gioco sarebbe?

Queste le mie risposte:

- Se il make-up fosse un film, per te quale film sarebbe?

Metropolis, di Fritz Lang (1927)

Non perché è in bianco e nero, a me piace moltissimo il colore nel mio make-up, ma perché è uno dei primi film di fantascienza, con effetti speciali all'avanguardia per l'epoca ma, soprattutto, per la trama. Il dualismo tra la meravigliosa, modernissima e scintillante città in superficie e l'underground popolare, oscuro e nascosto che decide di ribellarsi e uscire allo scoperto.

Credo di vedermi un po' come la città di Metropolis, sono tendenzialmente una persona silenziosa e calma ma amo "ribellarmi" esprimendo attraverso come mi trucco molto di più di quanto faccia a parole. Quindi sì al colore, all'intensità, alle "luci" della modernità, allo sfavillare di fucsia e glitter ma anche spazio all'underground, allo spirito ribelle e anche un po' gotico.
E poi in questo film c'è il primo androide della storia che si "trucca" da donna.

Di seguito lascio il video-clip di Radio Ga Ga dei Queen in cui i Queen si fondono con diversi spezzoni di Metropolis.




- Se il make-up fosse una canzone, per te quale canzone sarebbe?

Material Girl - Madonna (1984)

La cosa che mi ha fatto spesso sorridere di questa canzone è che molti, a un ascolto superficiale, la prendono come un inno al materialismo e alla superficialità.
Ricordo diversi anni fa (ere geologiche fa), doveva essere il 1986 od '87, ero in macchina con mia madre ed è passata per radio questa canzone. Mia madre, non sapendo l'inglese, mi ha chiesto di tradurla e la traduzione letterale non le è affatto piaciuta. Io, istintivamente, avevo compreso il sarcasmo sotteso a questo pezzo ma le mie capacità di argomentazione verbale non era tanto sviluppate, ero una bambina, e ci sono rimasta male perché non era stata capita e io non sapevo come spiegarla.
Basta vedere il video-clip per capire cosa Madonna intendesse dire con questa canzone, per capirne lo spirito pungente. Basta anche solo ascoltarla, sentire come la canta, l'ironia sprizza da ogni nota.
Anche questa canzone, come il film sopra, esprime un dualismo che è, inoltre, incredibilmente attuale ancora adesso: l'aspetto, la forma, contro la sostanza e quanto abbiamo dentro.
Mi sento una Material Girl come Madonna l'ha intesa: uso make-up, ci tengo ad apparire ma, alla fine, non è davvero quello che conta. E' solo un mezzo espressivo, qualcosa fatto per me, per dire qualcosa. Probabilmente, sulla linea di questo ragionamento, avrei potuto scegliere anche una canzone come "Express Yourself" ma Material Girl è stata la primissima che mi è saltata in mente, è istintivamente la più calzante.
Credo che un po' tutte coloro che si appassionano di make-up e cosmetica siano questo genere di "material girls": amano amarsi, esprimersi, cercare quanto le fa sentire a loro agio dentro ma anche fuori. Alla fine, tuttavia, quello che conta davvero è sempre la sostanza: meglio il mazzolino di margherite ricevuto con amore da chi ci vede e accetta anche appena alzate dal letto la mattina, con i capelli sparati, le occhiaie e un poco di fiatella, del collier di diamanti regalato per puro sfoggio e senza reale affetto, solo per "comprarci".

E ovviamente ecco il video per godersela.




- Se il make-up fosse un libro, per te quale libro sarebbe?

Harry Potter and the Goblet of Fire (Harry Potter e il Calice di Fuoco) - J.K. Rowling (2000)

Prima di tutto perché il make-up è un po' una forma di magia trasfigurativa. Poi questo volume della serie è quello del torneo mondiale di quidditch, dove si citano tante creature strane e affascinanti (vedi le veela e i leprecauni), e del torneo Tremaghi. Per me il make-up è un po' sempre una specie di sfida. Mi piacciono tanto i make-up colorati, complicati e strani come le creature di Harry Potter ma finisce che realizzarli è un po' come combattere contro un Ungaro Spinato per cercare di fregargli l'uovo d'oro e a volte non far finire tutto il lavoro in un Avada Kedavra come... no, non faccio spoiler per chi ancora non conosce la serie ma ci siamo capiti... è un'impresa degna di un grande stregone. E anche in questo caso non so mica se Silente ce la farebbe a non dover rifare tutto da capo!

Visto che non ci sono trailer per i libri, lascio quello del film.





- Se il make-up fosse una serie TV, per te quale serie TV sarebbe?

Star Trek - Gene Roddenberry (1966 -> 2006)

C'entra che a volte sembro un'aliena quando decido di osare con il trucco? Ovviamente! E in Star Trek passerei perfino inosservata!
Star Trek è l'inno ad amare la diversità tra gli individui, a cercare di andare oltre l'apparenza, a esprimersi liberamente, secondo il proprio pensiero, credo, cultura e a rispettare quelli degli altri.
Ed è uno dei primi telefilm nella storia della TV in cui l'aspetto degli attori e la loro provenienza non contava tanto per la loro avvenenza ma perché, in pieno periodo guerra fredda, Gene Roddenberry ha messo sulla plancia di comando di un'astronave un americano, un alieno, una donna nera, un giapponese e un russo a lavorare insieme... e all'epoca ha fatto più scalpore la presenza dei personaggi russo e giapponese rispetto all'alieno. Giuro! Non meno importante, in Star Trek c'è stato il primo bacio inter-raziale della TV americana.
Posso dire che Star Trek racchiude un po' tutti gli elementi di cui ho parlato prima: lo scintillante futuro, il contrasto tra aspetto esteriore e sostanza, le stranezze delle creature aliene, l'incoraggiamento a esprimere sé stessi.

Per questo punto, lascio l'iconica sigla introduttiva di The Next Generation.




- Se il make-up fosse un gioco (da tavolo, di carte, per PC, per smartphone, etc.), per te quale gioco sarebbe?

Non t'arrabbiare (simpaticamente sottotitolato "Il gioco del buon'umore") - Editrice Giochi

Ovviamente questo è uno di quei giochini semplicissimi e che fanno inca##are di bestia. D'altra parte il nome del gioco è un chiaro avvertimento.
Il gioco consiste nell'avere 4 birilli di uno dei sei colori disponibili. Si parte con i birillini in "casa" e lo scopo è farli uscire di casa, far fare un giro completo di tabellone fino a inserirli tutti all'arrivo. Semplicissimo! Poche regole chiare: esattamente come il make-up. Naturalmente c'è la fregatura. Non è un gioco in cui si gioca da soli. Qualora una pedina degli altri giocatori finisse su una casella occupata da una propria pedina, la propria pedina verrebbe rispedita alla partenza e dovrebbe ricominciare il giro da capo. A un'occhiata superficiale sembra un gioco che potrebbe durare 10 minuti, quando si è in tanti può durare quanto Monopoli. Non scherzo! Anche in questo effetto collaterale è come il make-up: si fanno passi avanti, poi arriva qualcosa (il giorno sbagliato, il cosmetico nuovo che non si conosce, lo starnuto mentre si stende l'eye-liner) e si fa lo scivolone indietro, dovendo ricominciare da capo. E ci vuole tanta tantissima pazienza per non incavolarsi!

Se qualcun altro volesse cimentarsi in questo TAG, è libero di farlo. Mi piacerebbe molto leggere (o vedere) le vostre risposte. Segnalatemele qui o su Facebook :)